La sostituzione delle protesi mammarie: quando, come e perché
La sostituzione delle protesi mammarie: quando, come e perché

La mastoplastica additiva è uno degli interventi di chirurgia estetica più richiesti al mondo. Le protesi mammarie utilizzate oggi sono sicure, resistenti e progettate per durare molti anni. Tuttavia, nessuna protesi è eterna. Con il tempo, per motivi clinici, estetici o legati alla durata del materiale, può essere necessario sostituirle. In questo articolo approfondiamo tutto ciò che c’è da sapere sulla sostituzione delle protesi mammarie: i segnali da non sottovalutare, le tempistiche consigliate e le opzioni disponibili.
Quando è necessario sostituire le protesi?
Sebbene non esista una vera e propria “data di scadenza”, la maggior parte dei chirurghi consiglia la valutazione delle protesi dopo 10-15 anni. I materiali di ultima generazione sono più resistenti, ma il rischio di usura, rottura o contrattura capsulare aumenta con il tempo.
Una rottura può essere silenziosa (soprattutto nel caso delle protesi in gel coesivo) oppure causare gonfiore, dolore o cambiamento di forma. In entrambi i casi, è indispensabile la sostituzione.
È una reazione fibrosa dell’organismo che può irrigidire il seno e provocare dolore o asimmetrie. Nei casi gravi (grado III o IV di Baker), si interviene chirurgicamente con la rimozione della capsula e la sostituzione della protesi.
Molte donne decidono di sostituire le protesi non per problemi medici, ma per cambiare dimensione, forma o tipo di impianto (ad esempio passando da protesi rotonde ad anatomiche, o da sottoghiandolari a sottomuscolari).
Gravidanze, variazioni di peso, allattamento o invecchiamento cutaneo possono alterare l’aspetto del seno. La sostituzione delle protesi è spesso accompagnata da un intervento di lifting (mastopessi) per un risultato più armonioso.
Come avviene l’intervento di sostituzione?
L’intervento è simile a quello iniziale ma può presentare alcune variabili in base allo stato dei tessuti e alle esigenze della paziente:
- Durata: 1-2 ore in anestesia generale
- Tecnica: spesso si utilizza la stessa incisione precedente per minimizzare le cicatrici
- Decorso post-operatorio: generalmente più rapido rispetto al primo intervento, ma con le stesse precauzioni post-chirurgiche (riposo, reggiseno contenitivo, astensione dall’attività fisica)
Quali opzioni offre la chirurgia moderna?
Grazie ai progressi in ambito medico ed estetico, oggi è possibile:
- Sostituire le protesi con modelli più moderni (microtesturizzate, ergonomiche, in poliuretano)
- Aggiungere un lifting del seno se la pelle è rilassata
- Rimuovere definitivamente le protesi se la paziente desidera un ritorno al seno naturale, eventualmente con lipofilling per un risultato più morbido
Quando rivolgersi al chirurgo?
Si consiglia un controllo periodico ogni 2-3 anni dopo l’intervento, anche in assenza di sintomi. Tuttavia, bisogna consultare il chirurgo immediatamente se si avvertono:
- Dolore persistente
- Cambiamenti improvvisi di forma o volume
- Indurimento o gonfiore
- Sensazione di liquido o “scoppio” interno
La sostituzione delle protesi mammarie è un intervento sicuro, spesso programmato per motivi preventivi o estetici. È fondamentale affidarsi a un chirurgo plastico esperto e aggiornato, che possa consigliare la soluzione più adatta in base alle caratteristiche del seno e ai desideri della paziente.
Prendersi cura del proprio corpo significa anche monitorare l’evoluzione degli impianti nel tempo: con la giusta attenzione e una consulenza medica competente, è possibile mantenere nel tempo risultati armoniosi, sicuri e naturali.